La pandemia che ha investito il sistema negli ultimi mesi mettendo sotto pressione i servizi sanitari e socio assistenziali delle RSA, ha chiesto profondi cambiamenti anche al personale educativo che, da sempre e quotidianamente, presidia un’importante dimensione della salute, ovvero quella psicosociale.
In un clima che anche per loro è stato di paura e frustrazione, hanno immaginato nuovi scenari d’intervento che fossero non solo possibili, ma anche coerenti con i progetti individuali specifici.
Prendendo spunto da un documento recentemente pubblicato dalle Commissioni d’Albo degli Educatori Professionali, proveremo a evidenziare come il team educativo ha affrontato queste lunghe e drammatiche settimane all’interno dei servizi della Fondazione Giuseppe Restelli.
L’importanza di gestire la relazione
In primis, va considerato che la pandemia ha portato a una rimodulazione delle strategie educative messe in atto quotidianamente in precedenza verso un nuovo approccio in continua evoluzione. Un approccio che potesse rispondere tempestivamente alla domanda di bisogno via via emergente.
I nostri educatori, oltre al principale compito di presidio e custodia della relazione, hanno dovuto considerare la modifica della dimensione del gruppo di lavoro per affrontare ed immaginare un nuovo modo di tradurre in interventi operativi il loro ruolo e il loro lavoro.
Le attività educative fatte di momenti di socializzazione, svago e incontro sono state sostituite dall’utilizzo di strumenti informatici, lontani dal vissuto dei nostri ospiti, come mezzo di comunicazione. Gli educatori si sono posti come ponte nelle relazioni sociali con i parenti e i loro cari.
Un momento fondamentale nella gestione e nella cura delle relazioni è stato – e lo è tuttora, almeno fino al termine di tutte le restrizioni – il supporto agli ospiti durante le video chiamate, unico strumento che per un lungo periodo ha assicurato la continuità degli affetti con la famiglia d’origine.
Dietro ad ogni incontro vi è la competenza dei nostri educatori che hanno cercato di comprendere e fare attenzione ai potenziali vissuti forti e contrastanti, al corretto senso e significato da attribuire e di contenere ansie e aspettative negative.
Un punto determinante del lavoro e della relazione con gli Ospiti è stata sicuramente la funzione di supporto all’informazione e alla comprensione di ciò che stava ed è accaduto, permettendo anche di ridurre lo stress indotto negli Ospiti dalle modifiche a cui hanno assistito: spostamenti, cambio nell’organizzazione degli ambienti, delle attività e delle relazioni.
Per quanto possibile il team educativo ha tentato di mantenere viva un’idea di normalità, fatta di attività individuali occupazionali e motivazionali – che conduce tutt’ora –, integrandole in forma graduale a momenti di socializzazione svago e incontro ove possibile.