Nell’ultima settimana, oltre al consueto impegno per la cura dei nostri Ospiti, abbiamo concentrato gli sforzi per potere ottenere i tamponi necessari per verificare la natura della patologia con cui ci troviamo a che fare e, quindi, per prendere le migliori decisioni terapeutiche e di tutela, anche del personale.
Nei giorni che hanno preceduto la Pasqua siamo riusciti ad ottenere da ATS 40 tamponi che abbiamo destinato agli Ospiti e che ci hanno permesso di individuare 30 positività.
Il numero è ovviamente insufficiente. Ne abbiamo chiesti altri, ma l’unico modo – per altro consigliatoci – sembra quello di reperirli autonomamente sul mercato, trovando, tra l’altro, anche un laboratorio privato per l’analisi. Chi ci conosce sa che non abbiamo atteso un minuto, che non abbiamo fatto polemiche, che ci siamo messi subito alla ricerca: i risultati però sono stati scarsi. Sul mercato, ad oggi, non ci sono tamponi disponibili, neppure a pagamento. Questo non fermerà il nostro Ufficio Acquisti e continueremo a chiamare tutti i fornitori possibili.
La situazione di salute dei nostri Ospiti, già precaria per le note caratteristiche della popolazione dei grandi anziani, è il nostro obiettivo principale. I dati aggiornati rispetto all’aggiornamento precedente registrano, purtroppo, un totale di 22 decessi. All’interno dei nostri reparti sono stati posti in isolamento 60 ospiti, di cui 48 presentano sintomi sospetti.
Sul versante dei dispositivi di sicurezza per il personale stiamo provvedendo con le nostre forze e, in questo momento, riusciamo ad assicurare quanto necessario ma con un grande dispendio di energie, anche qui, per la continua ricerca sul mercato. Non nascondiamo neanche lo sforzo finanziario che stiamo affrontando che, però, assumiamo con responsabilità.
Anche l sanificazione approfondita degli ambienti è un tema che stiamo presidiando: ne abbiamo già svolte diverse e sabato 18 aprile un’azienda specializzata effettuerà un sopralluogo per realizzarne una con standard ancora più alti.
Oltre ai nostri Ospiti, anche il personale non è stato risparmiato dal contagio. Siamo ovviamente vicini alla situazione di ognuno di loro, anche se la normativa in materia di privacy non ci permette ad oggi di sapere le loro reali condizioni di salute. Per sopperire alla mancanza di personale e sostenere lo sforzo assistenziale di chi è rimasto in servizio la Direzione si sta già relazionando con alcuni partner che potrebbero offrire maggior supporto socio assistenziale.
Con riferimento ai fatti e alle polemiche di questi giorni apparse sui principali organi di informazione, la Direzione – Amministrativa e Sanitaria – così come il CdA, tengono a precisare che la Fondazione Giuseppe Restelli non ha aderito al progetto di Regione Lombardia di ospitare in sezioni separate e protette delle RSA i pazienti COVID non più sintomatici ed in uscita dagli Ospedali.