Anziani e alimentazione

14 Giu, 2021 | Servizi

Quando si parla di anziani ed alimentazione il tema diventa complesso. Se infatti è vero che per molte persone alimentarsi è un piacere ed è anche fonte di socialità, per molte altre diventa un aspetto delicato da gestire con le opportune conoscenze e attenzioni.

Prima di approfondire il tema, però, è necessario prendere in considerazione alcuni aspetti che spesso non consideriamo perché un intervento su di loro non dà sempre effetti a breve termine.

Lo stile di vita è importante anche quando si parla di anziani ed alimentazione

Invecchiare fa parte della vita. Quello che ci è concesso è ritardare l’invecchiamento tenendoci sempre in forma, tenendo in movimento muscoli ed articolazioni attraverso l’esercizio fisico quotidiano e adottando un’alimentazione corretta, bilanciata. Ci sono infatti sostanze, contenute principalmente nella frutta e nella verdura, che possono incidere positivamente sull’invecchiamento mentre altre possono accelerare i processi di insorgenza di alcune patologie e concorrere verso una condizione di cronicità.

In generale, un anziano dovrebbe imparare a vivere ed alimentarsi bene molto prima dell’ingresso in una struttura comunitaria come potrebbe essere una RSA:

  • Attività fisica;
  • Socializzazione e gestione del tempo libero
  • Alimentazione equilibrata e corretta (bere molta acqua, mangiare frutta e verdura tutti i giorni, bere latte o yogurt, evitare cibi grassi, pesarsi due volte al mese)
  • Attenzione ai primi segnali di malattia

Ricorrere al medico di medicina generale, poi, non dovrebbe essere né un’eccezione, né un assillo: se ci sono segnali che preoccupano, lasciamo pure che sia la competenza medica a dare la risposta corretta senza sottovalutare.

 

L’attività fisica al fianco dell’anziano e della sua alimentazione

L’attività fisica, ad esempio, dovrebbe essere esercitata almeno 3 volte la settimana per almeno 30 minuti e una ricerca di Kligman e Papin (1993) suggerisce che più del 50% degli anziani che intraprende un programma di attività fisica, in genere lo interrompe entro 6 mesi.

Una buona e corretta attività fisica è in grado di stimolare e tonificare le funzionalità cardiache e respiratorie, contribuire al mantenimento della forza e dell’elasticità muscolare, migliora il coordinamento dei movimenti e i riflessi, influenzare favorevolmente l’umore, favorire il sonno, prevenire l’osteoporosi e supportare nel controllo del peso.

 

Anziani e alimentazione: socializzazione e gestione del tempo libero

Supportare un anziano affinché non si isoli è un modo importantissimo per assicurargli un adeguato stile di vita. Questo significa prima di tutto prevenire l’isolamento, stimolare le sue motivazioni e mantenendo alti i suoi livelli di autoefficacia.

Alimentazione equilibrata e corretta anche per gli anziani

La prima regola generale, ma sempre fondamentale, è che ogni pasto deve essere bilanciato, ovvero contenere i vari principi nutritivi ed essere misto e variato. Poi, i pasti giornalieri dovrebbero essere 4/5, non molto abbondanti in modo da facilitare anche il processo digestivo.

Un altro principio generale molto importante è che la dieta, anche per un anziano, dovrebbe essere pensata in modo personalizzato, seguendo nella giusta misura gusti e inclinazioni, nonché le caratteristiche di ogni apparato digerente e tenendo in conto le condizioni mediche generali.

La dieta di un anziano, più che come elemento preventivo, dovrebbe essere immaginata come elemento di contenimento, cioè come una prassi atta ad evitare, ad esempio, aumenti di peso, peggioramenti nelle patologie di base, mantenimento dell’equilibrio psicofisico costruito negli anni.

Anziani ed alimentazione: quali sono le patologie correlate?

Le patologie correlate all’alimentazione possono essere molteplici e di diversa natura. Esse comprendono quadri sia da carenza sia da eccesso di nutrienti o per squilibrio qualitativo e quantitativo degli apporti alimentari quotidiani

L’arterosclerosi o le iperlipidemie (valore di colesterolo e trigliceridi alti), le cardiopatie e le malattie vascolari come l’ictus, ad esempio, il diabete mellito o l’obesità, sono quasi sempre correlate con un’alimentazione caratterizzato da eccessivi apporti nutrizionali e da squilibri fra i nutrienti. L’alimentazione rappresenta peraltro uno dei fattori di rischio per le malattie croniche e può pesare in maniera diversa in relazione al grado di esposizione ad altri fattori.

Negli anziani è possibile che si verifichi una riduzione degli apporti alimentari a causa di anoressia, depressione, demenza, nausea, vomito, disfagia, difficoltà di masticazione e di deglutizione. Le stesse terapie farmacologiche possono essere causa di malnutrizione. I diuretici, per esempio, possono portare a deficit di zinco e di vitamina B6; i lassativi possono comportare carenza di calcio e di vitamine A, D, E e K. Negli anziani è abbastanza frequente riscontrare patologie legate ad un deficit nell’assunzione di micronutrienti: per esempio, la carenza di acido folico porta ad apatia, facile affaticamento e glossite, la carenza di vitamina B6 comporta la comparsa di ragadi peribuccali e quella di vitamina B12 depressione e perdita di memoria.

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Anziani ed alimentazione: quale fabbisogno nutrizionale?

In primis è bene dire che anche per un anziano l’alimentazione quotidiana deve assicurare il giusto apporto di calorie, ovvero dell’energia necessaria a tutti i processi fisici e psichici.

Le calorie possono provenire, in percentuali diverse, da diversi principi nutritivi che sono: le proteine, i grassi e gli zuccheri (attenzione: anche l’alcool è fonte di calorie!).

In generale, quando si parla di anziani e alimentazione, si nota subito che nella dieta sono spesso presenti poche proteine anche se moltissime patologie croniche diffuse ne consiglierebbero il consumo. A onore del vero, va anche tenuta in considerazione la difficoltà dell’intestino di un anziano ad assorbire le proteine.

Non tutte le proteine sono uguali però: quelle contenute nei cibi di origine animale (latte e derivati, uova, carne e pesce) sono “migliori” di quelle contenute nei legumi (fagioli, piselli, ceci…) o nei cereali (riso, grano, frumento). Si dice che le prime hanno un più elevato valore biologico, sono cioè meglio “utilizzate” dall’organismo. Quindi almeno una volta al giorno l’anziano dovrebbe consumare una porzione di latte, di carne o di pesce.

Per quanto riguarda i carboidrati, nella dieta dell’anziano sono importanti perché forniscono all’organismo energia per le funzioni del metabolismo: in un giorno tipo almeno la metà dei cibi consumati dovrebbero contenere i carboidrati.

I grassi, si sa, fanno parte a sé. Queste sostanze alimentari non dovrebbero superare in una alimentazione equilibrata il 30 – 35% delle calorie totali. Anche i grassi come le proteine non sono tutti uguali per una alimentazione salutare.
È meglio consumare alimenti che contengono grassi di origine vegetale come:

  • Olio di oliva (preferibilmente extravergine)
  • Olio di semi di arachidi
  • Frutta secca

piuttosto che grassi di origine animale, quali:

  • Burro
  • Lardo
  • Pancetta
  • Strutto

Per condire i cibi “a crudo” meglio usare l’olio di oliva. Per la cottura meglio usare olio di oliva o di arachidi.

Infine, un ultimo cenno a vitamine e sali minerali, anch’essi importanti quando si parla di anziani ed alimentazione. Il calcio è importantissimo per il mantenimento della robustezza delle ossa e, con l’avanzare dell’età, diminuisce la capacità dell’intestino di assorbirlo e, di conseguenza, va aumentato il suo apporto. Legata all’assorbimento del calcio c’è poi la Vitamina D, molto importante, ad esempio, per contrastare l’osteoporosi.

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