Carissimi,
tra pochi giorni ci accingeremo a chiudere il secondo anno caratterizzato dall’emergenza COVID e, il mio primo pensiero, va all’impossibilità di incontrare tutti voi per tracciare insieme un bilancio dell’attività della Fondazione Giuseppe Restelli.
Dopo il dolore e i sacrifici che hanno caratterizzato il 2020, questi ultimi 12 mesi, sul piano sanitario e dell’assistenza, hanno rappresentato una situazione via via sempre migliore, soprattutto grazie alla vaccinazione di ospiti e personale e alla sorveglianza attiva, realizzata attraverso una campagna di screening continuativa.
Siamo stati tra le prime strutture a iniziare e completare il ciclo vaccinale: un grande sforzo e il cui ringraziamento va non solo al personale sanitario, ma anche a quello amministrativo, operativo e sociosanitario che ne ha permesso la logistica e l’organizzazione. Anche la somministrazione della cosiddetta ‘terza dose’ è stata di fatto completata, salvo la naturale scadenza per ciascuno del periodo minimo necessario.
La situazione resta sicuramente critica, ma fortunatamente, come detto pocanzi, l’attenzione è focalizzata principalmente sulla prevenzione: siamo infatti una struttura COVID-FREE dallo scorso marzo e continueremo a lavorare per garantire il massimo della sicurezza possibile.
Siamo tuttavia consapevoli che la protezione porta con sé un prezzo molto importante da pagare, che impatta direttamente sulle relazioni e sulla vita affettiva dei nostri ospiti e dei loro famigliari. La limitazione e la regolamentazione delle visite resta ancora uno degli aspetti più dolorosi. Con grande scrupolo verso l’osservanza delle norme e delle direttive nazionali e regionali, abbiamo lavorato per assicurare sempre – nel massimo grado possibile – le possibilità di incontro e mantenimento della relazione. Le modalità di accesso e interazione si sono fatte via via sempre meno stringenti e, anche grazie alle nuove tecnologie, crediamo di aver fatto tutto quanto in nostro possesso per non interrompere l’importantissimo filo che lega gli affetti di ciascuno.
Attenzione: questa posizione non è da scambiare con facile retorica, anzi. I nostri rappresentanti presso UNEBA hanno avuto un ruolo attivo nel dialogo con le Istituzioni affinché i parametri che regolano gli incontri diventassero sempre più umani, anche nel rispetto della sicurezza. Concretamente, dunque, possiamo dire di essere giunti al punto di garantire oltre 140 visite la settimana, incontrando nel concreto le esigenze di tutti.
Come forse avrete letto dalle nostre comunicazioni, per le festività natalizie, questo numero sarà incrementato, garantendo a tutti almeno 2 incontri settimanali nel periodo che va dal 20 dicembre fino al 07 gennaio. Lasciatemi dire che si tratta sì di uno sforzo organizzativo, ma che testimonia la sensibilità della nostra équipe e la consapevolezza che la cura – oltre che a partire dall’ascolto – deve riguardare tutte le dimensioni della persona.
Sempre a proposito della dimensione umana della cura, mi preme ricordare che, nonostante l’impegno sul fronte dell’organizzazione delle visite, l’équipe educativa di Casa Perini ha via via riportato a livelli normali anche la vita interna alla struttura. Sempre con il rispetto delle normative, sono riprese le attività di animazione, la pet therapy e, nelle ultime settimane, anche l’ingresso – sorvegliato e controllato – dei gruppi volontari che ci accompagnano ormai da diversi anni.
I servizi che offre la Fondazione Giuseppe Restelli a favore della comunità del nostro territorio riguardano anche le tante visite e prestazioni che portiamo direttamente al domicilio delle persone fragili. I servizi di RSA Aperta e Assistenza Domiciliare non hanno mai smesso di funzionare e, anzi, sono cresciuti per numero di interventi e persone assistite. Un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi, segno di essere comunque riusciti – anche nei primi mesi del 2021, caratterizzati da incertezza e prudenza – a supportare tante famiglie rhodensi nel cosiddetto lavoro di cura.
Come abbiamo detto lo scorso anno, l’atteggiamento con cui abbiamo affrontato questa pandemia è stato sì di impegno, cautela e protezione, ma questo non ha cambiato la filosofia di fondo della nostra missione, cioè portare la cura là dove è necessaria e verso chi è più fragile. I primi mesi del 2022 vedranno così l’avvio delle attività di Casa Leggera, il nuovo edificio destinato ad ampliare l’offerta di mini alloggi protetti, ma anche ad aprire l’attività della Fondazione verso i temi del Dopo di Noi e della fragilità psichica. Si tratta di una svolta importante che, nel solco tracciato da Giuseppe Restelli, non dimentica i bisogni di nessuno. Inoltre, la residenzialità protetta di Casa Leggera – unita ai servizi residenziali e domiciliari, ma anche alle prestazioni ambulatoriali del Centro Servizi Rhodense – contribuisce a dare forma all’idea di nuova di RSA per cui lavoriamo, ovvero una vera e propria piattaforma territoriale di servizi a supporto della fragilità e strettamente in relazione con la comunità di appartenenza.
Vorrei augurare a tutti voi un buon Natale, sicuro che non sarà ancora del tutto pieno e sereno, ma che, come la Luce di Betlemme recentemente donata dai ragazzi delle Parrocchie di Rho ai nostri ospiti, sarà meno buio e con il dono di una speranza sempre possibile.