Un’opera di carità
che dura da 65 anni
Dagli anziani ai bambini, dai disabili alle famiglie, fino ad abbracciare un’intera comunità
Le Origini
La storia della Fondazione inizia ben prima della sua formalizzazione. Siamo infatti nel dopoguerra – e precisamente nel dicembre del 1947 – quando Giuseppe Restelli ed altri esponenti della Comunità di Rho, in occasione della giornata della solidarietà, danno il via ufficialmente alla raccolta fondi per la costruzione della Casa di Riposo per i Vecchi di Rho. Nel Comitato Pro Erigenda, di cui Restelli era il Presidente, confluirono i rappresentanti delle diverse associazioni, sia laiche che religiose, così come i personaggi di spicco della città. Parteciparono alla sottoscrizione anche gli anziani ricoverati allora presso la Casa di Riposo di Garlasco, in provincia di Pavia: “I vecchi per… i vecchi” titolava l’allora giornale Luce, dando testimonianza del contributo – ciascuno secondo le proprie possibilità – che anche gli anziani rhondensi vollero far pervenire per la nuova opera.
Dopo diversi tentativi per stabilirne l’ubicazione, nel marzo del 1952 iniziarono i lavori per la costruzione del primo nucleo di quella che sarebbe divenuta poi la Casa di Riposo intitolata al Senatore Carlo Perini, “uomo giusto, cattolico convinto, italiano che alla causa del Paese ha dedicato ingegno, cuore, volontà e azione. […]” e poi “[perchè] nel nome del Senatore ben si assommano gli ideali della nuova opera che si vuole realizzare quale frutto di carità“.
Il Comitato Pro Erigenda aveva dato indicazioni precise e lungimiranti per l’epoca: si legge infatti in un documento progettuale consegnato agli architetti milanesi Baccigalupo, Ratti e Frezzo che “occorre costruire ambienti sereni e confortevoli in una struttura che accolga 76 letti. Nessuna camerata, ma stanze di piccole dimensioni, da 2 o 6 letti, per offrire maggiore intimità“.
L’8 dicembre 1955 il Comitato Pro Erigenda nomina il primo Consiglio di Amministrazione di quella che sarà la Pia Fondazione Rhodense mentre tre giorni dopo, l’11 dicembre 1955, alla presenza del Vescovo di Fermo Mons. Norberto Perini, fratello dello scomparso Carlo, viene inaugurata la prima Casa di Riposo di Rho.
Dalla parte dei più fragili
Il primo dei diversi ampliamenti che hanno interessato la sede della Fondazione è del 1960 quando, al fianco della Casa di riposo per vecchi, viene eretto il ‘cronicario’, una struttura di 25 posti letto dedicato alle persone con patologie che ne compromettevano l’autosufficienza.
Tra il 1962 e il 1965 prende vita un nuovo edificio: Casa Papa Giovanni XXIII. Infatti, le richieste di persone che volevano trascorrere gli ultimi anni della loro vita presso Casa Perini erano in continuo aumento e, grazie alle determinanti donazioni di Carlo Citterio e di Maria Belfanti, venne realizzato lo stabile che ampliò la disponibilità di accoglienza di ben 90 posti letto distribuiti su 5 piani.
Con l’avvio dell’attività di Casa Papa Giovanni XXIII prende servizio, in qualità di Direttore Sanitario della Fondazione, il prof. Giorgio Kaucisvili, docente di gerontologia presso l’Università di Pavia. La sua opera segnerà in maniera determinante le scelte assistenziali degli anni successivi, mantenendo l’attività di cura sempre al passo con i più recenti indirizzi medici e psicosociali.
L’attività della Pia Fondazione Rhodense guardava non solo agli anziani ma aveva a cuore anche la salute delle nuove generazioni. Infatti, proprio nel giorno della sua costituzione, l’Immobiliare Cesenatico donò una colonia marina per il soggiorno climatico dei bambini bisognosi di cure ‘elioterapiche’. Anche in questo caso le richieste, in pochi anni, crebbero notevolmente, tanto che si decise di vendere il vecchio stabile per acquistarne uno nuovo – direttamente affacciato sul mare – in grado di accogliere ben 160 bambini per turno.
Nel 1971, sulla base delle pressanti richieste che giungevano dai paesi limitrofi, venne realizzato un sopralzo del cronicario costruito nel 1960, aumentando di fatto di 90 posti letto l’offerta di accoglienza da parte di Casa Perini. Il 1972 fu invece l’anno del terzo ampliamento che vide la realizzazione di altri 80 posti nel lato sud/ovest dell’edificio principale.
Infine, tra il 1976 e il 1981, vennero realizzati gli stabili di via Pontida e via Cadorna, dedicati ai mini alloggi protetti. Infatti, le condizioni delle persone accolte erano profondamente mutate e la condizione di compromissione di molte patologie non si conciliava con i bisogni di quegli anziani che, invece, conservavano ancora discreti livelli di autonomia. E’ poi del 1990 la realizzazione dei 30 appartamenti della Casa Albergo di via Pontida.
L’impegno per la Comunità
Il 1982 può essere considerato l’anno della definitiva apertura alla Comunità più ampia. Se infatti non si considera l’opera della Colonia Marina di Cesenatico, è con la fusione tra la Pia Fondazione Rhodense e la Fondazione Giovanni Tota di Vimodrone – sempre in provincia di Milano – che l’Ente guidato da Giuseppe Restelli si apre al territorio e a utenze diverse. Considerata la coincidenza delle finalità fra i due Enti, la Fondazione Giovanni Tota chiese la fusione dei due enti da cui nacque la Fondazione Rhodense. Il sodalizio diede vita all’acquisto e ristrutturazione di Cascina La Guasta a Vimodrone – da cui vennero ricavati appartamenti di housing sociale per anziani e famiglie in difficoltà – e all’operazione di ristrutturazione e ammodernamento degli alloggi situati nel cosiddetto ‘cortile della Filanda‘, altra operazione di housing sociale a favore dei più fragili.
Nel 1971, sulla base delle pressanti richieste che giungevano dai paesi limitrofi, venne realizzato un sopralzo del cronicario costruito nel 1960, aumentando di fatto di 90 posti letto l’offerta di accoglienza da parte di Casa Perini. Il 1972 fu invece l’anno del terzo ampliamento che vide la realizzazione di altri 80 posti nel lato sud/ovest dell’edificio principale.
Infine, tra il 1976 e il 1981, vennero realizzati gli stabili di via Pontida e via Cadorna, dedicati ai mini alloggi protetti. Infatti, le condizioni delle persone accolte erano profondamente mutate e la condizione di compromissione di molte patologie non si conciliava con i bisogni di quegli anziani che, invece, conservavano ancora discreti livelli di autonomia.
Con l’avvio dell’attività di Casa Papa Giovanni XXIII prende servizio, in qualità di Direttore Sanitario della Fondazione, il prof. Giorgio Kaucisvili, docente di gerontologia presso l’Università di Pavia. La sua opera segnerà in maniera determinante le scelte assistenziali degli anni successivi, mantenendo l’attività di cura sempre al passo con i più recenti indirizzi medici e psicosociali.
L’attività della Pia Fondazione Rhodense guardava non solo agli anziani ma aveva a cuore anche la salute delle nuove generazioni. Infatti, proprio nel giorno della sua costituzione, l’Immobiliare Cesenatico donò una colonia marina per il soggiorno climatico dei bambini bisognosi di cure ‘elioterapiche’. Anche in questo caso le richieste, in pochi anni, crebbero notevolmente, tanto che si decise di vendere il vecchio stabile per acquistarne uno nuovo – direttamente affacciato sul mare – in grado di accogliere ben 160 bambini per turno.
La Cascina Poglianasca
Le prime notizie sulla cascina di Arluno detta Poglianasca risalgono al XVI secolo. Nel 1937 la cascina, dopo molti passaggi di proprietà, viene da Luigi Bizzozzero all’Ospedale Maggiore di Milano. Tra il 1985 e il 1999, attraverso 4 aste pubbliche, l’Associazione Amici di Giovanni Marcora – sotto la guida di Giuseppe Restelli – acquisisce il possesso dell’intera proprietà (9 mila mq di immobili e 37.000 mq di terreni) e ne avvia la ristrutturazione con l’obiettivo di farne un luogo di solidarietà.
Nel 2004 l’Associazione decide di cedere l’intera proprietà alla Fondazione Rhodense (che diventerà poi l’odierna Fondazione Giuseppe Restelli) vista la sua fondamentale collaborazione nel mantenere la sostenibilità del progetto. La Cascina Poglianasca viene soprannominata Cittadella della Solidarietà e al suo interno, oltre ad un progetto di housing, trovano posto la RSD Ca’ Luigi, una comunità socio sanitaria per persone con disabilità, le attività della coop Cielo, la Comunità Irene, gestita dall’Ass. Micaela onlus, i servizi offerti dall’Associazione L’Abbraccio, le attività delle Associazioni Corte dei Piccoli Frutti e Passi e Crinali.