Un Ospite che si spegne è una storia che si interrompe. Una storia unica che, per un tratto, condividiamo con i familiari. Anche per noi, con rispetto, ogni Ospite accende un più o meno grande legame affettivo e quando ci lascia il dolore che proviamo è autentico.
In situazioni normali la condivisione con i familiari è grande e, al di là di procedure mediche o burocratiche, quello che più testimonia questo appartenere reciproco alla storia di una persona è, molto spesso, un abbraccio di condivisione e consolazione.
Oggi, a causa dell’emergenza che stiamo vivendo e delle regole – dure ma necessarie – che ci vengono e che ci siamo imposti per la tutela del bene comune, l’unico modo che abbiamo per condividere un dolore è purtroppo solo una telefonata, apparentemente distante.
Distanza solo apparente perché, durante gli ultimi giorni, non facciamo mancare la nostra vicinanza a chi sta soffrendo. Sappiamo che è chiesto a noi di alleviare la paura e la solitudine di chi sta soffrendo e, nella consapevolezza di non poter sostituire in alcun modo la famiglia, cerchiamo di alleviare angoscia e sofferenze.
Con questo breve pensiero vorremmo raggiungere, insieme con tutti i nostri operatori, i familiari delle persone che abbiamo dovuto salutare in questi giorni e vorremmo dire a tutti che sentiamo la mancanza di quell’abbraccio che dice quanto un lutto sia anche nostro.
Continuiamo a fare il nostro lavoro e ad impegnarci al massimo per curare chi ne ha bisogno, proteggere chi ha raggiunto il suo equilibrio e mantenere alto il più possibile lo spirito di gioiosa carità che ci ha lasciato in eredità il nostro fondatore, Giuseppe Restelli.
A nome di tutta la Fondazione Giuseppe Restelli il nostro abbraccio più sincero